
presS/Tletter n.32-2008
LA STORIA IN PILLOLE di Rossella de Rita
Le economie guida
Dando un’occhiata anche molto superficiale alla storia, dal Medioevo a oggi (il discorso in realtà vale anche per le economie precedenti), ci si può rendere facilmente conto che ogni epoca è stata caratterizzata dalla presenza di una determinata economia che ha assunto il ruolo di leader economico. Se definiamo la “frontiera delle possibilità di produzione" come il livello massimo di produzione che un’economia può raggiungere, l’economia guida o dominante sarà quella che si porrà il più vicino a tale linea. Questo limite è ovviamente teorico e ogni sistema verrà a porsi a varia distanza da esso, dipendendo dalle tecniche note e dalle risorse disponibili. L’economia guida sarà quella che avrà l’impiego più efficiente delle sue risorse che, a sua volta, si tradurrà in un miglioramento del tenore di vita dei suoi membri, vale a dire maggiore produttività, redditi più elevati, aumento della domanda interna, incremento della domanda di lavoro, salari più elevati.
Le altre aree considereranno l’economia guida, contemporaneamente, una concorrente e un modello da seguire, saranno quindi economie inseguitrici, che cercheranno di emulare metodi di produzione, prodotti, modelli di vita.
Questa situazione una volta creatasi avrà una sua stabilità temporanea: la frontiera delle possibilità si modifica con il tempo, cambiando sia le tecniche note, sia anche le risorse disponibili. Modificandosi la frontiera muta anche il quadro delle regole e le forme di competizione.
L’economia guida che ha maturato una serie di regole e comportamenti efficienti nel quadro economico dato, è in vantaggio solo fino a quando questo quadro resta immutato, ha maggiori difficoltà ad adeguarsi con prontezza a nuove regole. La combinazione tecnica dei fattori che ha creato il successo, si dimostra incapace di un adeguamento elastico, quando il quadro di riferimento cambia. I costi opportunità di ogni operazione innovativa sono più elevati, traducendosi non solo i mutamenti di carattere economico ma, in profonde modifiche strutturali che toccano aspetti sociali, politici e culturali.
In ogni epoca esistono quindi economia guida e inseguitrici.
Dalla fine del Duecento e fino all’inizio del Seicento questo ruolo fu ricoperto dall’Italia del Centro Nord che presentava un territorio, se pur diverso, con caratteristiche comuni: numerosi centri urbani popolosi, un habitat rurale costituito da piccoli villaggi e numerose case sparse, alta densità demografica, diffusione della mezzadria. Le condizioni interne della produzione, l’assetto sociale ed economico, le particolari condizioni istituzionali e la posizione geografica dell'area, la resero particolarmente efficiente nell’utilizzo delle sue risorse, consentendole di influenzare i modelli comportamentali delle economie inseguitrici. Le regioni economiche che componevano questa grande area, con le loro tante città costituivano i poli di sviluppo dell’epoca. La loro posizione di leader dell’economia si rivelava attraverso indicatori come l’elevata urbanizzazione, la presenza diffusa d’industrie e commerci, l’alto prodotto pro capite, l’influenza esercitata su zone economiche dipendenti.