
presS/Tletter n.24-2010
LA STORIA IN PILLOLE di Rossella de Rita
Roma capitale d’Italia
“Roma, Roma sola deve essere capitale d’Italia”. Queste le parole pronunciate da Cavour in un discorso della fine del 1861 e ricordate recentemente dal Presidente Napolitano in occasione dei 140 anni dell’unificazione italiana.
Quali furono le motivazioni che portarono a ritenere l’elezione di Roma capitale così importante al fine della costruzione dell’Italia unita?
Alla metà del XIX secolo la città capitolina formava un agglomerato popoloso esteso su una vasta zona. I suoi magnifici palazzi, le sue chiese, i suoi monumenti creavano la sensazione di una città magnifica e imponente. La realtà dei fatti era molto diversa. L’entità della popolazione, le dimensioni territoriali, il tessuto produttivo ed economico non potevano sicuramente competere con le grandi metropoli europee ma neppure con altre città italiane.
Roma era un centro urbano arretrato e scarsamente produttivo. Lo stato delle industrie era deplorevole, il mercato agricolo era povero, predominava il latifondo e sopravvivevano i privilegi feudali ed ecclesiastici, i capitali e gli investimenti scarsi. Le caratteristiche principali erano quelle delle città pre-capitalistiche e le produzioni più importanti erano legate al mercato offerto dal grande sviluppo dell’apparato ecclesiastico e del turismo.
Roma è però sede del pontefice e impone il suo dominio direttamente su una vasta regione ed esercita la propria influenza su corti sovrane, su ambienti culturali e sul clero di altre città italiane e straniere. La forza della Chiesa non può essere ignorata. Roma deve essere capitale per “sconfiggere la costituzione attuale della Chiesa romana” (Mazzini) o per avvicinare al fronte patriottico larghi strati religiosi o politicamente prudenti che seguono la Chiesa (Gioberti).
Roma è l’unica città d’Italia capace di apparire neutrale. Neutrale geograficamente, per la sua posizione. Neutrale politicamente, per la mancanza di una classe dirigente locale capace di entrare in conflitto con quella già raccoltasi intorno al nucleo piemontese. Neutrale economicamente, per la sua debolezza produttiva.
Roma deve essere capitale per la sua debolezza: ”Al certo Roma non minaccia nessuna città italiana; né Napoli, quattro volte maggiore; né Torino, due volte superiore; né Milano ugualmente due volte superiore; né alcuna altra città. Tutti si inchinano umilmente, e direi anche ipocritamente, verso Roma” (Ferrari).